IN ARCHIVIO

100 SCIALOJA. AZIONE E PENSIERO

28 marzo > 6 settembre 2015
Promossa da: Roma Capitale, Assessorato Cultura e Turismo; Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Accademia di Belle Arti di Roma; Fondazione Toti Scialoja

Organizzazione
Zètema Progetto Cultura

In occasione del Centenario della sua nascita (1914-2014), la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’Accademia di Belle Arti di Roma e la Fondazione Toti Scialoja organizzano una mostra dedicata ad uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento, nazionale e internazionale, Toti Scialoja.

Esposte alcune opere di Scialoja dei primi anni Quaranta - piccole tele dalla evidente sensibilità espressionista, molto vicine alla temperie internazionale di matrice soutiniana e alla pittura tonalista romana degli anni Venti-Trenta - e gli ultimi grandi teleri inediti della fine degli anni Novanta, passando per la famosa serie delle Impronte della seconda metà degli anni Cinquanta, con l’inizio dell’avventura verso “l’Azione”, come lo stesso artista la definisce, nel periodo in cui è emotivamente e stilisticamente attratto dall’espressionismo astratto americano.

Del resto è proprio fra la metà degli anni Cinquanta e i Sessanta che Scialoja soggiorna spesso in USA, dove riuscirà a consolidare una personale notorietà internazionale, stringendo anche rapporti e amicizia con i più importanti rappresentanti dell'informale americano, come Mark Rothko, Willem de Kooning e Robert Motherwell.

Per quanto riguarda il “Pensiero” di Scialoja, fra le componenti principali della sua attività artistica, in mostra saranno privilegiati alcuni aspetti del suo percorso teatrale, con l’analisi e l’esposizione di lavori relativi alla sua importante attività di scenografo e costumista, a partire dagli anni Quaranta.

Sarà esposta per la prima volta la “Macchina a pettine”, una delle cinque originali macchine sceniche di Scialoja create per l’opera di Rosso di San Secondo, Il ratto di Proserpina, andata in scena nel 1986 per il cartellone teatrale delle “Orestiadi di Gibellina”. Per l’occasione, la macchina sarà appositamente restaurata dagli artigiani di Gibellina che furono i suoi originari realizzatori, a quasi trenta anni dalla prima messa in scena, e ridipinta dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in un cantiere aperto allestito direttamente al MACRO.

La mostra approfondisce inoltre il tema della scrittura e della grafica per l’infanzia, dove rimane sempre alto il gioco sintattico e del non-sense messo continuamente in atto dall’artista. Proprio a tale proposito saranno anche documentate le filastrocche e le illustrazioni dell’artista dedicate ai bambini, grazie alla selezione di grafiche autografe tratte dalle quattro pubblicazioni per l’infanzia che Scialoja ha realizzato negli anni Settanta: Amato topino caro (1971), La zanzara senza zeta (1974), Una vespa! che spavento (1975), Ghiro ghiro tonto (1979). Disegni e acquerelli preparatori vengono messi a confronto, appunto, con la scrittura e il non-sense dello stesso Scialoja. 

Nella sezione dedicata alla scenografia saranno anche trasmesse alcune puntate delle serie televisive RAI “Le fiabe dell'albero” (1974) e “Fantaghirò” (1975). Per l'occasione l'Accademia di Belle Arti di Roma ha realizzato un documentario dedicato a Scialoja.


Il catalogo in fascicoli da collezionare, ordinabili cronologicamente o tematicamente
INFO