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AVISH KHEBREHZADEH

17 novembre 2007 > 2 marzo 2008
a cura di Laurence Dreyfus

Sale panorama

Per la sua prima personale presso un museo d’ Europa, Avish Khebrehzadeh ha selezionato una serie di opere inedite: due video-animazioni proiettate su grandi disegni, realizzati a grafite e inchiostro su carta giapponese kozo trattata con resina e olio d’oliva, e alcuni dipinti ad olio realizzati su tavole in gesso e legno.

Avish cerca soggetti di cui si sforza di approfondire e analizzare gli effetti di attesa sugli spettatori; descrive spazi costretti e limitati, in cui il tempo scorre inesorabilmente. Trova così, nei compartimenti stagni del quotidiano, delle possibilità di azione: creare delle reti non convenzionali, trasformare le regole sociali in poesia, o ancora, lanciarsi nella fondamentale ricerca di visioni e utopie che consentano di immaginare il futuro. (L. Dreyfus)

L’artista procede nelle forme, nei dettagli, nell’animazione, con un proprio stile “infantile” ed un tratto delicato e essenziale. Le forme, specie quelle umane, sono accennate, quasi a non voler sporcare o appesantire le figure: bambini, omini senza volto, persone semplici (es. in mostra Three Blind Men).
I contenuti riportano a un universo conosciuto, a tratti familiare, così alle figure si sommano gli animali (elefanti, scimmie, pesci, cani e uccelli), presenze vegetali (fiori, alberi, montagne) così come semplici azioni (mangiare, camminare, dormire, incontrarsi).

Nel video, ILL Affection, le immagini scorrono su un unico grande disegno realizzato a tecnica mista su carta giapponese. L’animazione è priva di parlato e affida il coinvolgimento sonoro alla malinconica melodia: il video mostra il rapporto emotivo tra un cane e il proprio padrone. I rapporti tra uomini e animali sono un tema spesso indagato nell’arte di Avish Khebrehzadeh, come un viaggio di scoperta della dimensione soggettiva e di recupero dell’identità.

La video-animazione Solace, So Old, So New, è un racconto la cui struttura segue quella delle favole persiane alle quali l’artista è legata; l’opera è stata concepita come unicum anche se composta da tre video trasmessi contemporaneamente su tre grandi disegni realizzati a tecnica mista su carta giapponese kozo dal fondale ocra. Ogni disegno, come una scenografia permanente, dà l’ambientazione: una casa, un paesaggio montano e una piazza. La struttura narrativa è supportata da dialoghi e da suggestive note ispirate ad antiche litanie con le quali l’artista è solita accompagnare le sue animazioni.

Avish Khebrehzadeh (Teheran 1969) ha intrapreso la sua attività espositiva nel 1990 alla Seyhoun Gallery di Teheran, ha avuto la prima personale nel 1996 presso la Galleria S.A.L.E.S. di Roma. Nel 2003 ha vinto il Premio per la Giovane Arte Italiana alla 50ª Biennale di Venezia. Nello stesso anno ha partecipato alla collettiva Animations presso il P.S.1 di New York. Nel 2005 ha esposto in O luna tu… Il notturno come spazio della fantasia presso ARCOS, Museo d’Arte Contemporanea Sannio di Benevento e a Nuove acquisizioni. Due anni di crescita della collezione presso MACRO Mattatoio di Roma.

Nel catalogo monografico edito da Electa (collana PANORAMA) presenti testi di Laurence Dreyfus, curatrice indipendente e un’intervista di Danilo Eccher, direttore di MACRO, oltre agli apparati bio-bliografici. Edizione italiano/inglese.