IN ARCHIVIO

ARTISTI IN RESIDENZA - STUDI APERTI: MARCO GOBBI E FRANCESCA FERRERI

7 > April 30, 2017
curated by Costantino D'Orazio

MACRO Testaccio,

La Pelanda - Centro di produzione culturale
Studio #3 e #4
 
Promoted by Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Servizi museali Zètema Progetto Cultura

Sponsor Sistema Musei in Comune

In Collaboration with MasterCard Priceless Rome

With the technical contribution of Ferrovie dello Stato Italiane

Media Partner Il Messaggero

Servizi di Vigilanza Travis Group

Aperti al pubblico gli studi degli artisti vincitori del bando “Artisti in Residenza” 2016: Francesca Ferreri e Marco Gobbi. Sarà possibile visitare gli spazi e assistere al lavoro in corso di svolgimento.

Con il progetto “Artisti in residenza” il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma si conferma importante centro di produzione artistica, consolidando la propria attenzione alla scoperta e alla promozione dei nuovi talenti.

Ogni anno, su iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il MACRO sviluppa due residenze d'artista selezionate da un comitato di esperti tramite bando pubblico emanato da Zètema Progetto Cultura.

Durante i cinque mesi di residenza presso la sede di via Nizza del museo, tra l’1 marzo e il 31 luglio 2017, ciascun artista ha a disposizione uno studio – per la durata di due mesi – e di un alloggio – per sei mesi – che, oltre a essere il luogo di lavoro dove gli artisti vincitori realizzeranno i propri progetti, diventa anche luogo d’incontro con curatori, critici, operatori del settore.

Francesca Ferreri, nata a Savigliano (CN) nel 1981 e residente a Torino, presenta al MACRO il progetto Playing fragments, che prende in considerazione il parallelo fra l’approccio archeologico e la pratica artistica. Come l’archeologo, l’artista è costantemente alla ricerca di quell’attimo di sorpresa, che si manifesta a seguito di una scoperta inaspettata: un avvenimento che permette di comprendere meglio l’uomo nel presente e utilizzare le informazioni recuperate dal sottosuolo nel futuro. Partendo dall’assemblaggio di oggetti trovati, oggetti di uso comune, deodoranti, giocattoli o suppellettili, Ferreri colmar i ‘vuoti’ saturandoli con gesso pigmentato, come se si trattasse di un’accelerazione di deposito. Colmata la lacuna, gli oggetti di partenza e la materia di connessione sono così stabilmente uniti in una formazione quasi fossile.
Il lavoro scultoreo sarà accompagnato da uno studio delle grottesche della Domus Aurea di Nerone, che Ferreri considera uno dei primi esempi di operazione artistica site-specific: ogni figura all’interno della grottesca, infatti, occupa uno spazio predeterminato ed è proprio quella porzione di spazio a ‘condizionare’ la forma e le sembianze di ogni soggetto.

Il lavoro di Marco Gobbi, nato a Brescia (BS) nel 1985 vive tra Venezia e Francoforte, inizia da un mero interesse per un materiale, una storia, un oggetto, da cui l’artista è attratto spesso perché uno spazio è vuoto, manca un tassello o vi è la possibilità di nuove connessioni. Attraverso queste mancanze Gobbi si avvicina all’oggetto, riduce la mancanza che ci separa da esso, dando una forma riconoscibile a quel sentore di assenza, di incompleto.
Il progetto presentato al MACRO rappresenta una nuova fase di una ricerca dedicata ai palazzi storici di Venezia, di cui l’artista indaga le superfici erose dall’acqua. A seguito della realizzazione di un calco attraverso la tecnica del frottage, Gobbi riproduce a merletto il disegno, servendosi di alcuni punti di cucitura ad ago chiamati Sacolà, Greco e punto Burano, tipici dell’isola di Burano.
Nella seconda fase della residenza, l’artista lavorerà sulla possibile connessione tra la città di Venezia e la leggendaria di Atlantide (anch’essa costruita sull’acqua) usando una tecnica semi artigianale utilizzata nelle zone balneari per la creazione di souvenir: attraverso la frapposizione di strati di sabbia colorati all’interno di contenitori trasparenti, Gobbi formerà i simboli legati al mito della città di Atlantide.