Renato Mambor (Roma, 1936) – tra i protagonisti di quel particolare filone creativo sviluppatosi negli anni Sessanta in ambito romano e passato alla storia come Scuola di Piazza del Popolo – si distingue per una ricerca iconica e oggettuale che tende a scardinare codici linguistici precostituiti. La sua opera si pone al confine tra varie forme espressive e, attraverso la sperimentazione di linguaggi diversi e l’abbandono dell’oggetto pittorico in sé, si apre sempre ad un rapporto metalinguistico tra parole, immagini, cose e persone, creando un cortocircuito vitale tra oggetto e soggetto.
L’esposizione, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, rientra nel programma rivolto ai “maestri del contemporaneo” – artisti della seconda metà del XX secolo – che il Museo ha sviluppato negli ultimi due anni, con progetti speciali dedicati a Vasco Bendini, Claudio Cintoli, Gastone Novelli, Vettor Pisani e Giulio Turcato.