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DIGITALIFE: IMMERSIVE EXHIBIT

7 ottobre > 27 novembre 2016

La mostra è sezione del Romaeuropa Festival dedicata all’interazione tra discipline artistiche, ricerca scientifica e nuove tecnologie. L’interazione tra lo spazio reale e quello virtuale, la decostruzione delle coordinate spazio-temporali, la costruzione di un “altrove” immersivo, utopico e allucinatorio sono solo alcuni degli obiettivi perseguiti, nelle loro opere, dagli artisti Shiro Takatani, Christian Partos, Kurt Hentschläger e degli italiani NONE. 

Fluidità, immersione, de-virtualizzazione sono le tre parole chiave scelte da Richard Castelli per descrivere le opere in mostra.

Tra i fondatori di Dumb Type – collettivo giapponese impegnato sin dal 1984 nella sperimentazione delle nuove tecnologie digitali e della musica elettronica in ambito performativo- Shiro Takatani presenta ST/LL opera nata per la macchina 3D Water Matrix da lui stesso realizzata: un vero e proprio medium audiovisivo, una macchina robotizzata che scolpisce sculture d’acqua in tempo reale creando una continua illusione di forme e immagini. Una cascata d’acqua, infatti, è controllata da 900 valvole a loro volta programmate da un computer. L’elemento naturale, così manipolato e animato dalla luce crea sorprendenti visioni capaci di coinvolgere lo spettatore. In ST/LL piccole gocce d’acqua costruiscono delle vere e proprie animazioni che sfidano la gravità e rimpiazzano i pixel abituali del cinema digitale.

A utilizzare questa stessa macchina come uno scultore è invece Christian Partos, di ritorno a Digitalife dopo sei anni con The Sorcerer’s Apprentice. L’opera, presentata per la prima volta alla Citè des sciences et de l’industrie di Parigi, usa le 900 valvole elettroniche di 3D Watermatrix per creare figure che abitano lo spazio in una danza fluida.

Una vera e propria immersione è offerta da Zee, opera di Kurt Hentschläger, creatore tra il 1992 e il 2003 del progetto Granular Synthesis e audace sperimentatore nell’ambito dei linguaggi elettronici e digitali. Versione installativa d’uno spettacolo inizialmente commissionato da Romeo Castellucci, Zee ospita gli spettatori in un ambiente nebbioso, in cui non si riconosce e individua neppure il vicino più prossimo. Stimoli luminosi, architettati da Kurt, permettono al cervello di creare le proprie immagini astratte e allucinatorie.

Devirtualizzante è invece l’opera del collettivo italiano NONE (Gregorio De Luca Comandini, Mauro Pace e Saverio Villirillo) che con Deep Dream_Act II lavora sull’immaginario digitale collettivo, sulla espressione più triviale dell’immagine elettronica e sul ruolo del web quale collettore e ridistributore di vouyerismo e futilità. Specchio, video e luci moltiplicano le nostre ossessioni virtuali all’infinito immergendo lo spettatore in uno spazio d’immagini randomiche, come in un sogno profondo.


Venerdì 25 novembre, nell'ambito della mostra, si potrà anche osservare da vicino l'androide parlante Geminoid HI-4 progettato dal professore giapponese Hiroshi Ishiguro a sua immagine e somiglianza.


Il catalogo in fascicoli da collezionare, ordinabili cronologicamente o tematicamente
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