IN ARCHIVIO

DAVIDE STUCCHI ED HELENA HLADILOVÁ - PREMIO 6ARTISTA (IV EDIZIONE)

10 aprile > 18 maggio 2014
a cura di Marcello Smarrelli

In mostra i lavori dei vincitori della IV edizione di 6ARTISTA, il programma di residenze – promosso dall’Associazione Civita e dalla Fondazione Pastificio Cerere, grazie al sostegno della Camera di Commercio di Roma e della Fondazione Roma – nato con l’obiettivo di supportare la crescita professionale dei giovani artisti under 30 che vivono in Italia.

Davide Stucchi ed Helena Hladilová hanno trascorso un periodo di residenza di sei mesi a Roma presso la Fondazione Pastificio Cerere, punto di riferimento fin dagli anni Settanta della sperimentazione artistica e, grazie alla collaborazione degli Incontri Internazionali d’Arte, altri tre mesi presso la Cité Internationale des Arts di Parigi, istituto no profit per l’internazionalizzazione delle arti, che vede la presenza di oltre 300 studi d’artista.
L’obiettivo è quello di favorire il confronto con diversi linguaggi, idee e tecniche, sostenendo la produzione artistica contemporanea e creando nuove relazioni con i principali attori del sistema dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale.

La doppia personale ideata per il MACRO, a cura di Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Pastificio Cerere, con l’assistenza curatoriale di Saverio Verini, presenta le opere nate dalla ricerca e dal lavoro dei due artisti, durante i nove mesi di residenza tra Roma e Parigi.

Partendo dalla riflessione sulla questione dell’aura dell’opera d’arte, Davide Stucchi analizza il tema dell'opera d’arte danneggiata in quanto fenomeno in grado di aprire un nuovo feticismo rispetto all’oggetto artistico e alla sua trasmissione. Per questa mostra l’artista ha scelto di enfatizzare l’azione di usura sulle opere esposte, secondo un’attitudine ironica. Davide Stucchi indaga i cambiamenti di stato e forma che modificano le opere in mostra, a seguito della loro produzione e distribuzione e costruisce una mostra “danneggiata”, producendo una seconda volta sullo stesso oggetto i gesti necessari a realizzare l'opera stessa. La “manipolazione” della forma pone così il progetto di Stucchi in relazione con la “critica istituzionale”, con l’obiettivo di mettere in discussione il concetto di unità e aura dell’opera d’arte.

Come spesso accade nel suo lavoro, Helena Hladilová reagisce al contesto istituzionale e espositivo in cui è invitata a operare, modificando l’abituale relazione tra spazio museale e esperienza dell’opera d’arte. Il progetto dell’artista, intitolato Capping – termine mutuato dal lessico del graffiti writing, con il quale si definisce la pratica di intervenire per cancellare o coprire un graffito con un altro segno –, si presenta come una scultura formata da pannelli di legno, collocati nello spazio e ricoperti su un lato da plastilina bianca, come un monocromo in attesa dell'interazione con lo spettatore. Quest’ultimo è infatti invitato ad abbandonare la staticità del suo ruolo, mettendosi attivamente in gioco intervenendo sull’opera, modellandone la superficie.

Al termine della mostra la scultura sarà “smontata” e i pannelli mostreranno i risultati dell'interazione.