a cura di Ludovico Pratesi
Promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
Immagine: Nunzio, Senza Titolo, 2009, Piombo su legno, cm 180x180
Continua il ciclo espositivo dedicato alle “storie dell’arte” degli anni ’80. Dopo Alfredo Pirri e Luigi Carboni è la volta di Nunzio, artista tra i più originali della generazione emersa in quegli anni e tuttora protagonista del panorama italiano e internazionale.
MACROwall: Eighties are Back! è un progetto che si propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta attraverso un ciclo di mostre personali di artisti rappresentativi delle diverse tipologie di ricerca che hanno caratterizzato la produzione del decennio. Ogni artista è invitato a esporre su un’unica parete due opere, una storica e una recente, per permettere al pubblico di riscoprire la vitalità delle ricerche artistiche degli ultimi anni. Le opere sono accompagnate da schede redatte da due critici di diverse generazioni: il più giovane interpreta l’opera storica e viceversa.
Il terzo appuntamento di MACROwall: Eighties are back! vede protagonista lo scultore Nunzio di Stefano (Cagnano Amiterno, AQ, 1954). I lavori di Nunzio scaturiscono da un rapporto di ricerca legato alla natura dei materiali, come il gesso, il legno combusto e il piombo, che possono ospitare interventi pittorici. L’artista predilige forme minimali, che mantengono un forte potenziale simbolico e archetipale ponendosi in relazione con lo spazio circostante, per creare tensioni e cortocircuiti tra forma e materia.
Per documentare i primi esiti della ricerca di Nunzio è stata scelta l’opera Duna (1984) esposta per la prima volta in occasione della prima personale alla galleria L’Attico di Roma e proveniente dalla collezione Attolico. Si tratta di un lavoro diviso in due parti in gesso colorato a tempera e dipinto per immersione, posizionato a parete come un bassorilievo che rimanda a culture arcaiche e primordiali.
L’opera Senza Titolo (2009) è invece un bassorilievo in legno rivestito di piombo, lavorato in modo tale da creare sulla superficie, divisa in cinque segmenti, un insieme di piani inclinati che compongono una sorta di tarsia, animata da riflessi di luce.
Le opere Duna e Senza Titolo, presentate rispettivamente da Emanuela Nobile Mino e Roberto Lambarelli, compongono un MACROwall che occupa un’intera parete di una delle sale del Museo, per creare un percorso in grado di documentare l’evoluzione stilistica di Nunzio di Stefano.
Nunzio Di Stefano nasce a Cagnano Aminterno (AQ) nel 1954. Giovanissimo si trasferisce a Roma dove studia all’Accademia di Belle Arti diplomandosi nel corso di Scenografia tenuto da Toti Scialoja. Nel 1981 tiene la sua prima personale alla galleria Spatia di Bolzano. Nel 1984 Achille Bonito Oliva cura la mostra “Ateliers” nello spazio dell’ex pastificio Cerere, nasce il gruppo Officina San Lorenzo. Nel 1986 espone nella sezione “Aperto 86” alla LXII Biennale di Venezia e vince il “Premio 2000” come miglior giovane artista. Questo segna la sua definitiva consacrazione internazionale. Espone al Centre National d’Art Contemporain di Nizza in “L’Italie aujourd’hui”, alla Galleria Comunale di Bologna, dove tiene anche una personale nel 1995, alla XI Quadriennale di Roma, dove espone anche nel 1996, alla VI Biennale di Sydney e alla III Biennale di Istanbul. E ancora a Madrid per “Los Nuevos Romanos”, a Francoforte per “Prospekt ‘89”, nel 1993 è poi nuovamente invitato alla Biennale di Venezia. Nel 1995 partecipa alla seconda edizione della Biennale di Fujisankei in Giappone, dove vince il Prize for Excellence. Le sue più recenti mostre antologiche sono state allestite al MACRO di Roma, nel 2005 e nel 2006 al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado.