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TRECCANI SOTTOLIO. BENEDETTO MARCUCCI

16 dicembre 2010 > 6 febbraio 2011
Promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali

Vent’anni fa, quando cominciarono a diffondersi i supporti digitali Benedetto Marcucci fece il primo libro sottolio. I libri scelti, tranne rare eccezioni, erano sempre classici: romanzi, saggi o manuali che hanno segnato la cultura occidentale. Vedendo un sottolio non si capisce se abbia un significato negativo o positivo: questa ambiguità è volutamente irrisolta.
Oggi realizza e presenta al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – un progetto pensato negli anni Novanta ma mai realizzato: la Treccani sottolio.

L’Enciclopedia Italiana, probabilmente l’impresa scientifica più imponente di tutta la storia culturale nazionale, nell’epoca di Wikipedia, vive evidentemente un momento critico. Non per questo, secondo Marcucci, deve esser dimenticata in qualche cantina o lasciata morire in uno scaffale: al contrario deve essere conservata.
In questo rapporto tra elevazione a reliquia e inattualità, ma anche nella paradossale impossibilità di essere letta, sta la filosofia dell’installazione.

Scrive Umberto Croppi nel catalogo: “Potremmo dedicare questa installazione, quest’opera, quest’evento a Salvatore Settis e a tutti quelli che considerano ogni forma d’uso, di contatto, di godimento, perfino ogni sguardo un affronto alla sacralità dell’oggetto. Non è un’azione esemplare, una provocazione intellettuale. Non è nemmeno un gesto d’artista, Marcucci non arriva a prendersi così sul serio, tanto che il suo lavoro principale continua ad essere un altro. Proprio per tutto questo la sua opera aspira a essere qualcosa di più: un’opera d’arte”. E aggiunge Marco Ferrante: “Per Benedetto Marcucci, nella teoria generale del libro sott’olio, il progetto della Treccani racchiude tutte le caratteristiche fondanti, ma in forma larga. È un’idea, ma diventa simbolica: ai tempi della digitalizzazione, niente più di una enciclopedia in volumi dà la misura del feticismo culturale della modernità, dunque va sott’olio perché la si usa sempre meno. Inoltre, non è semplicemente un oggetto, ma un intero scaffale di oggetti.

Ed è difficile stabilire – da questo punto di vista – il grado di parentela tra la Treccani sottolio e il barattolo singolo, più estemporaneo, artigianale, e in un certo senso personale perché dedicato e perché domestico, come tutte le conserve del resto”.

L'artista
Benedetto Marcucci, 43 anni, romano. A vent’anni conosce Mario Schifano e ne diventa assistente. Partecipa a varie collettive e nel 1992 esordisce al Salone del Libro di Torino in una personale, con la serie Sottolî. Nel 1993 allestisce a Roma Esprimersi con i piedi per lo Studio Morbiducci. Nel 1999 è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna con un’ opera di una serie rimasta incompiuta: Nuda famiglia. Da allora ha realizzato vari lavori senza mai esporli. Giornalista professionista, ha lavorato per varie testate: liberal, Il Foglio, Il Giornale, Vanity Fair. È autore di trasmissioni per le reti 1 e 2 della RAI. Già Capo ufficio stampa e portavoce del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Oggi, oltre all’attività giornalistica, è consigliere della Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.


Il catalogo in fascicoli da collezionare, ordinabili cronologicamente o tematicamente
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